domenica 12 giugno 2016

C'è 12 corde e 12 corde

Ogni volta che posso, prendo la mia Rickenbacker 360/12 e mi faccio una strimpellata. Lo faccio perchè prima di tutto mi piace il suo suono così particolare e poi perchè, come ho già scritto in un mio precedente post, questa chitarra in un modo o nell'altro implica un esercizio continuo per sviluppare tecnica e soprattutto la "mano".

Infatti questa chitarra ha un manico molto particolare talmente particolare che qualcuno non riesce a metterci le mani sopra. Per me il manico della 360/12, nonostante sia effettivamente piuttosto stretto con le corde molto vicine, rimane uno dei più comodi che ci sono in circolazione. E poi la tastiera così liscia rimane una cosa fenomenale.


Giorni fa, sono stato dall'amico Fabio, che spesso mi ha aiutato a fare regolazioni e aggiustamenti vari, e con l'occasione mi ha fatto provare la sua chitarra acustica 12 corde Fender.

Una bellissima chitarra, non c'è che dire: un sound notevole. Ma ahimè non sono riuscito a suonarla più di tanto. Il manico troppo grosso, l'action troppo alta: dopo un paio di accordi mi sono stancato e la mano sinistra mi dava fastidio. Troppo faticoso suonare una chitarra simile. 

In effetti questo chitarrone acustico 12 corde Fender e la Rickenbacker 360/12 sono due strumenti impossibili da confrontare. Sono proprio due pianeti diversi. Però mi sono reso conto che a furia di suonare la mia Ric 360/12 ho sviluppato una sorta di deformazione professionale. Non riesco più a suonare quelle chitarre con i maniconi e l'action alta. Posso suonare la Ric 360/12 per ore senza fermarmi mai, mentre dopo un quarto d'ora con una 12 corde convenzionale ho le mani da buttare...

Insomma, c'è 12 corde e 12 corde...