martedì 19 maggio 2015

Vi presento il Basso "Arx"

Il purista, gran capiscione di bassi, avrà di certo già storto il naso: "e che cavolo è un basso Arx?". Per colmare l'enorme lacuna conoscitiva del nostro scorbutico esperto di bassi procedo subito a fornire qualche spiegazione.

Ieri il mio amico Sergio (grande conoscitore di musica blues, grande Bluesman e sopraffino costruttore di chitarre) mi ha consegnato il basso "Arx" che gli avevo commissionato qualche tempo fa. Si tratta di uno strumento "artigianale", fatto su mia specifica richiesta, con delle caratterstiche precise che io avevo chiesto a Sergio e che lui ha perfettamente realizzato come volevo.

Si tratta di un basso semiacustico e fretless (senza tasti). Lo stile richiama la Gibson ES-335 Walnut (che io adoro...): quel suo colore antique walnut brown, non troppo lucido-non troppo opaco semi anticato, è eccellente. Le meccaniche dorate spiccano molto con questa tonalità di colore. Il manico è molto scorrevole: ho montato del corde flat che filano che è un piacere.



Positiva anche la resa sonora: regolando i toni si riesce ad ottenere un suono molto contrabbassistico: insomma suoni molto caldi e malinconici.

L'ho chiamato Arx come uno dei luoghi più sacri dell'Antica Roma: speriamo che sia di buon auspicio.

Penso che userò questo basso per fare il blues classico (non molto tirato) e il blues con sentore di Jazz (non sono un musicista jazz...): roba insomma da suonare nelle bollenti notti d'estate, fuori davanti la porta di casa con qualche amico e qualcosina da bere...

Unica piccola pecca: pesicchia. Ma penso che con un po' di esercizio fisico si può facilmente ovviare al problema...

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